domenica 27 febbraio 2011

La nostra vita è libertà e autodeterminazione!


Oggi pomeriggio abbiamo fatto irruzione al convegno pro-vita dal titolo "Intorno alla vita che nasce" che vedeva la partecipazione del giornalista lefevriano e creazionista del Foglio Francesco Agnoli e dell'Assessora all'Istruzione Elena Donazzan, promotrice della campagna per la censura degli autori non allineati nelle biblioteche del Veneto arrivata alle cronache come "Rogo di Libri". Qui sotto il testo del comunicato sulla giornata:


Si tiene oggi presso l’aula Morgagni del Policlinico universitario il convegno “Intorno alla vita che nasce”, organizzato dall’associazione anti-abortista “In punto di vita”. Una “nuova” associazione cattolica fondamentalista, di quelle che vogliono far passare come messaggi di pace, luce e amore i più miserabili, violenti e oscurantisti tentativi di plagio e negazionismo. Un’associazione nuova nella veste, ma vecchia nella sostanza: i soliti lefevriani, i soliti antiabortisti, i soliti fanatici pro-vita. Un’associazione di cui nessuno in questa città sentiva la mancanza.
Tanto meno ne sentiva la mancanza l’Università (pubblica, laica, antifascista), luogo in cui la superstizione e l’ignoranza propugnati da questi residui del passato dovrebbero essere messe al bando una volta per tutte, e dove invece si mettono ancora a disposizione aule, patrocini e finanziamenti per convegni privi di qualunque dignità scientifica. Come quello di oggi.
Tra ginecologi anti-abortisti, giornalisti antidarwiniani, professori di serie B invitati a parlare, spicca un nome estremamente significativo: Elena Donazzan, l’Assessore alle Politiche dell’Istruzione e Formazione della Regione Veneto, ideatrice del brillante progetto politico di censura dei libri di autori non allineati nelle biblioteche del Veneto. Una fascista che partecipa alle commemorazioni della X MAS. Una che del sapere critico, dell’istruzione pubblica e della laicità ha fatto i propri obiettivi di annientamento.
Sotto l’ingannevole titolo del convegno scopriamo, parola dopo parola, qual è il suo vero scopo: dimostrare l’”intrinseca indisponibilità della vita umana, dal suo concepimento alla sua fine naturale”. Vale a dire: negare per dogma la libertà di scelta di ognuno e ognuna rispetto al proprio corpo, ai propri desideri, alla propria sessualità. Al proprio concetto di dignità.
L'indisponibilità della vita umana significa rimettere in discussione il diritto di aborto, fondamentale diritto conquistato dalle donne di disporre del proprio corpo e di poter scegliere sul proprio futuro.
Significa imporre accanimenti terapeutici impietosi, come nel caso di Eluana Englaro, alla quale con un’ipocrisia disumana il governo e i fondamentalisti che lo sostengono hanno dedicato la Giornata degli Stati Vegetativi lo scorso 9 febbraio. E come se non bastasse, hanno proposto l'autoritario progetto di legge sul biotestamento in discussione in questi giorni alle Camere.
Significa imporre una visione ideologica, monolitica, fascista e integralista di vita, che diviene così solo un concetto strumentale e un dispositivo di controllo per limitare la libertà di scelta e l’autodeterminazione di ognuno.
Perché la vita di cui si fanno paladini i pro-vita è soltanto un feticcio svuotato della concretezza dell’esperienza, del corpo, delle relazioni, dei desideri e del conflitto. La vita che vogliono imporre è la negazione di ciò che è per noi la vita vera: libertà, desiderio e autodeterminazione!
Nessuno spazio a chi nega la nostra libertà di scelta!
La nostra vita è libertà, desiderio e autodeterminazione!

1 commento:

Unknown ha detto...

Cari fuxia block non sono d'accordo. su questi argomenti è neturale che possa sorgere un dibattito anche molto acceso e appassionato, tuttavia ritengo che non sia giusto interrompere una civile e pacifica discussione tra cittadini che hanno lo stesso vostro diritto di riunirsi e di manifestare liberamente il proprio pensiero. Facendo ciò essi non fanno che esercitare il loro sacrosanto diritto di associazione e di libera manifestazione del pensiero. Il vostro in fin dei conti è stato un comportamento profondamente illiberale e per certi aspetti repressivo. Grazie per aver ospitato questo commento sul vostro sito.

Vincenzo, Padova