Ecco la faccia oscena e mostruosa del controllo sulla vita. Stiamo assistendo allo scempio del diritto all’autodeterminazione, alla libertà di scelta e dell’habeas corpus come base fondamentale per la definizione della persona umana.
Ci strappano i corpi, li violentano, li plasmano, li avvelenano, li imprigionano. Corpi degni di esser definiti vivi solo in base alle esigenze strumentali e politiche del momento. Ridotti a nuda vita, continuiamo a non essere uguali.
Ci si accanisce sul corpo di una donna che non ha vissuto per 17 anni, mentre si condannano alla clandestinità sanitaria migliaia di persone solo perché prive di un pezzo di carta chiamato documento di soggiorno. Spingendo alla delazione medici che dovrebbero curare chi ne ha bisogno. Di cosa parliamo quando parliamo di sicurezza?
Agghiacciante in questo contesto l’affermazione del leghista Cota: “Non possiamo far morire una persona di fame e di sete”, mentre gli fa eco Berlusconi: “lasciare morire Eluana sarebbe un’omissione di soccorso”. Mentre lasciar morire di freddo i clochard di Milano è atto di civiltà? E negare di fatto le cure fondamentali agli stranieri senza permesso di soggiorno, un passo avanti della democrazia?
Quello che sta succedendo ad Eluana è la sublimazione dell’arroganza clericale e autoritaria di voler decidere in ultima istanza della vita e della morte di ogni persona. Di definire una volta per tutte ciò che è Bene e ciò che Male, secondo una logica conservatrice, fondamentalista e razzista.
Questa vicenda sta assumendo le caratteristiche di una partita in cui si gioca la difesa di ciò che per noi è un bene irrinunciabile: la piena e inviolabile autodeterminazione dei nostri corpi e dei nostri desideri.
Berlusconi si arroga il diritto etico di decidere sulla vita e sulla morte di ognuno. Dice che Eluana “sarebbe in grado di generare figli”. Con le sue parole volgari e indecenti ci dice due cose: che il potere politico e religioso può decidere quale vita è degna di essere vissuta, e che “generare figli” non è affare di una persona consenziente e in grado di esprimere una libera scelta.
Ma questo lo sapevamo già. Il filo nero degli ultimi interventi legislativi in tema di libertà di scelta, bioetica, riproduzione e modelli familiari disegna un processo di censura della realtà – di quella realtà che vive di autonomia, di laicità, di libertà. Un processo conservatore che punta al controllo totale delle nostre scelte attraverso il controllo totale dei nostri corpi.
Il plauso del Vaticano e la sua ingerenza intollerabile nel criticare il rifiuto del Presidente della Repubblica ci fa capire chiaramente da dove venga questa necessità ed urgenza nell’approvare un decreto che ha davvero poco a che fare con il caso specifico di Eluana.
Così come la minaccia di modificare la Costituzione “sovietica” per quanto riguarda la definizione stessa di necessità ed urgenza per l’adozione di decreti legge contenute nell’articolo 77. Un colpo di mano che servirà ad utilizzare la legislazione d’emergenza per ogni conflitto sociale e politico senza alcuna giustificazione e alcun controllo.
Siamo agitati ma non abbiamo paura. Difenderemo la nostra libertà di scelta, i nostri corpi e la nostra autonomia.
domenica 15 febbraio 2009
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