giovedì 5 marzo 2009
L'UNIVERSITA' E' LAICA. AMEN.
L’invito da parte del rettore Milanesi di mons. Fisichella, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, in veste di oratore esperto in tema di biotecnologie e bioetica, ci suona come una incredibile provocazione.
Una provocazione che ha a che fare col metodo e col merito dell’incontro “pubblico” organizzato presso la sala dei giganti del Palazzo del Liviano, sede delle aule della Facoltà di Lettere di quella che finora abbiamo considerato l’Università pubblica e laica degli studi di Padova.
Due piani, quello del merito e del metodo, che sono strettamente legati tra loro: si invita uno dei massimi esponenti del Vaticano, addirittura il presidente della Pontificia Accademia pro-Vita, a parlare di un argomento delicato e complesso come quello dell’utilizzo delle cellule staminali e dei trapianti, senza prevedere alcun confronto diretto con i soggetti che vivono e fanno vivere l’università quotidianamente.
Alla faccia della democrazia.
Ma di che ci stupiamo? La verità che monsignore viene a elargire è una verità dogmatica, unica per definizione, e non necessita di alcun contraddittorio con chicchessia. Per questo il metodo – la chiusura degli interventi – è diretta e logica conseguenza di ciò che monsignore reverendissimo rappresenta. E cioè un’istituzione religiosa cattolica.
La materia poi, è di quelle su cui di certo la Pontificia Accademia per la Vita ha molto da dire e poco da discutere. Lo sappiamo già cosa ci dirà Sua Eccellenza Reverendissima sulla questione delle cellule staminali, un banale pretesto per parlare invece dell’argomento preferito dalla Santa Sede: del valore e dell’inviolabilità della vita fin dal suo concepimento. Pare inconcepibile, ma è così:
“Sulla base di una corretta e completa analisi biologica, l'embrione umano vivente è - a partire dalla fusione dei gameti - un soggetto umano con una ben definita identità, il quale incomincia da quel punto il suo proprio coordinato, continuo e graduale sviluppo, tale che in nessuno stadio ulteriore può essere considerato come un semplice accumulo di cellule” (“PONTIFICIA ACCADEMIA PER LA VITA. Dichiarazione SULLA PRODUZIONE E SULL' USO SCIENTIFICO E TERAPEUTICO DELLE CELLULE STAMINALI EMBRIONALI UMANE, 25 Agosto 2000)
Eccolo qua il garbuglio che si scioglie come ghiaccio al sole: ci chiedevamo a quale scopo in una facoltà di lettere si proponesse il monologo di un alto prelato su un tema così ostico e tecnico come quello legato alle cellule staminali e i trapianti… ma qui si tratta di pura teologia! Non bastavano le ingerenze sulla fecondazione assistita, sulle convivenze di fatto, sulla libertà sessuale che abbiamo subìto negli ultimi anni: torna dalla finestra la messa in discussione del diritto all’interruzione volontaria di gravidanza, all’autodeterminazione sui propri corpi e alla libertà di scelta. La vita inizia dal suo concepimento!
Noi che di vita vera ce ne intendiamo, che amiamo e respiriamo e addirittura abbiamo la pretesa di pensare che il nostro esserci a questo mondo derivi da un atto di volontà e da una scelta consapevole e senziente, abbiamo da dire due cose al Reverendissimo Presidente della Pontificia Accademia pro Vita.
La prima: queste aule non sono state costruite per fare da palcoscenico a comizi o monologhi dogmatici, ideologici, religiosi e fondamentalisti. La sua presenza in questo senso non è del tutto adeguata. Pensiamo che monsignore reverendissimo non avrà alcun problema a trovare sedi più opportune per esprimere il suo pensiero, di cui peraltro sentiamo parlare molto più frequentemente che della nostra amata Costituzione.
La seconda: sul nostro corpo, sui nostri desideri e la libertà di soddisfarli a nostro piacimento nessuno ha diritto parola. Se non noi stessi, naturalmente. Questo fa parte di un’eredità storica fatta di lotte e conquiste: purtroppo indietro nei secoli non si può tornare. Non se ne abbia a male monsignore, la vita – quella vera - va avanti lo stesso….
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