lunedì 28 gennaio 2008

VIETATO DIBATTITO SU LAICITA' A SCIENZE POLITICHE!


Solo pochi giorni fa il governatore Galan e il sindaco Zanonato hanno proposto di invitare il papa all'Università di Padova per sanare il grave attentato alla libertà d'espressione e alla democrazia da parte dei docenti e degli studenti che si erano giustamente opposti alla sua presenza in occasione dell'apertura dell'anno accademico dell'ateneo romano La Sapienza.
Pochi giorni sono passati, e già dobbiamo registrare una nuova, grottesca notizia, confezionata dagli stessi autoproclamati difensori dei valori laici della nostra democrazia: l'ennesima censura di una incontro/dibattito sul tema della "laicità e autodeterminazione" previsto per il 1 febbraio.
La pretestuosa scusa del legalitario preside Todescan questa volta era dovuta alla possibile presenza di esami nelle aule vicine.


Alle 12 appuntamento in giardinetto a Scienze Politiche per difendere la laicità e la libertà espressione dall’oscurantismo clerico-securitario del preside.

L’incontro si terrà lo stesso alle ore 15 come previsto, con o senza autorizzazione.

Ci vediamo a Scienze Politiche

... eppur ci muoviamo...

domenica 27 gennaio 2008




FUXIA BLOCK PRESENTA:

la sapienza libera tutti
CARNEVALE ANTICLERICALE
fuxia party esprimi un desiderio

Happy hour dalle 9:00 alle 11:00
DJ set Sergio WOW (trash) + Dj kind (drum n bass)

confessionale dei desideri;
kit del desiderio per realizzare le tue fantasie;
lotteRIO desideRIO: esprimi un desiderio, sarai premiato;

c\o Stalker, Corso Australia 61 (Padova) ex coyote ugly (zona ex-macello)


GALAN, ZANONATO E MILANESI FATE UN PASSO INDIETRO

La notizia dell’invito del papa all’università di Padova per l’inaugurazione del prossimo anno accademico da parte del governatore Galan e del sindaco Zanonato ci giunge come l’ennesima provocazione all’intelligenza e al buon senso.Avevamo appena iniziato a festeggiare per la saggia e giusta scelta del pontefice di non presentarsi oggi alla Sapienza, quando siamo venuti a sapere della puntualissima boutade dei due illuminati condottieri.

I nostri amministratori sono sempre molto zelanti nel voler dimostrare di essere pronti a chinarsi di fronte agli scranni del potere ecclesiastico, e in questo caso lo fanno cercando di ripulire l’istituzione universitaria dallo smacco di non essere riusciti a zittire il democratico dissenso e la vittoria di buona parte delle intelligenze laiche che, con fatica, fanno ancora vivere gli atenei italiani, nonostante tutto.

La visita del papa a Padova, così come è stato a Roma, non è ben accetta. Non lo è perché il papa rappresenta una delle posizioni più oscurantiste e antistoriche della chiesa; perché guida le ingerenze di un’istituzione religiosa nella vita civile di una democrazia, interferendo sulla nostra libertà di scelta, sui nostri corpi, sulla nostra sessualità. Sembra che i nostri amministratori non si rendano conto che c’è un abisso tra la vita reale e ciò che rappresenta il pontefice.

Ci auguriamo facciano la scelta giusta: un passo indietro.

Un passo indietro sull’entrata del Movimento per la Vita nei consultori, sulla modifica alla 194, sui finanziamenti alle scuole dei preti, sull’omofobia e l’intolleranza di cui Ratzinger si fa fiero portavoce e che sempre più spesso danno spazio a espressioni neofasciste su cui nessuno dei governanti ha mai niente da dire.

Altrimenti saremo costretti, di nuovo, con la massima determinazione, a difendere l’autonomia delle università pubbliche. Saremo costretti a vedere ancora una volta il palazzo del Bo’ blindato dalla celere su loro ordine per impedire agli studenti di entrare ed esprimere il loro legittimo dissenso. Saremo costretti a vedere di nuovo la violenza poliziesca provare a censurare la libertà di parola e di espressione, mentre i suoi fautori se ne riempiono la bocca avida e fetida, come ormai da anni siamo abituati a vedere nella stessa città di Galileo.

Quante volte ancora la ragione, il sapere critico, la libertà e l’autodeterminazione dovranno essere difese dall’arroganza e dalla violenza dei poteri forti e delle loro leggi?

Ribadiamo ancora una volta che l’università deve essere un luogo in cui siano forniti gli strumenti per poter capire e trasformare il nostro presente e non un luogo in cui clericali o imprenditori vari (vedi la Consulta del Territorio istituita dal nuovo Statuto d’Ateneo) possano professare la loro fede.

“E pur ci muoveremo…”

UNIRIOT PADOVA

COLLETTIVO SCIENZE POLITICHE

FUXIA BLOCK

CONTRO IL FAMILY DAY ... SCATENIAMOCI

Video inviato da barattolinochannel

Azione del fuxia block davanti alla basilica del Santo a Padova in occasione della contestazione del family day.

venerdì 25 gennaio 2008

COMUNICATO VIOLENZA SULLE DONNE



MA QUALE PACCHETTO

SE LA VIOLENZA E’ SOTTO IL TETTO

Decine di migliaia di persone sono scese in piazza sabato scorso per denunciare una realtà fin troppo taciuta di quotidiana violenza sulle donne. Pur avendo lanciato il corteo, cosa che da anni non accadeva in Italia, come assolutamente separatista, riservato alle sole donne, la partecipazione è stata molto alta proprio per segnalare il latente problema della violenza domestica, che poche volte, se non solo nei casi che sfociano in cronaca nera, riescono a raggiungere le prime pagine dei giornali. Le donne scese nelle strade della capitale hanno voluto evidenziare come a poco servano le norme contenute nel cosiddetto “Pacchetto sicurezza”, approvato qualche giorno fa dal Consiglio dei Ministri, quando le violenze avvengono principalmente all'interno dello stesso nucleo familiare (7 casi di violenza su 10 avvengono fra le mura domestiche per opera del partner o dell'ex partner). Nella sua versione riveduta e corretta il ddl sulla «certezza della pena» (uno dei quattro che compongono il pacchetto sicurezza) contiene novità importanti anche in tema di violenza su donne e minori. In particolare, in caso di violenza sessuale e tratta, viene estesa la possibilità di ricorrere ad incidente probatorio «protetto», ossia in condizioni ambientali e psicologiche più favorevoli alla vittima, anche alle persone maggiorenni. Il provvedimento introduce inoltre l'aggravante per le violenze sessuali a danno di conviventi o coniugi e pene più severe per i maltrattamenti in famiglia (si passa dai 5 anni di reclusione attualmente previsti a 6 anni), che potranno essere accertati anche attraverso intercettazioni ambientali. Prevista inoltre, nel «nuovo» ddl sulla «sicurezza urbana», l'estensione dell'articolo 18 del testo unico sull'immigrazione anche alle donne extracomunitarie vittime di violenza domestica.

Un'italiana su tre è vittima di violenza. Quasi 7 milioni (il 31,9%) le donne tra i 16 e i 70 anni che hanno subito almeno una abuso fisico o sessuale. Un milione e 400 mila prima dei 16 anni. Se si considera anche quella psicologica la quota sale ad oltre 12 milioni. Sono il 43,2% di quelle sposate, conviventi o fidanzate. Due milioni e 77 mila di loro sono state oggetto di stalking, quel complesso di atti persecutori, sovente accompagnati da minacce e percosse, messi in atto sistematicamente da ex partner. Dati difficilmente commentabili, è duro e incredibile allo stesso tempo confrontarci ancora, oggi, con tali abusi, proprio nella società libera e protetta che così bene viene descritta e fatta passata come verosimile. Una realtà in cui, in effetti, le vittime rimangono sempre le stesse, all'interno di una cultura intollerante e discriminante. Si parla tanto di sicurezza, tanto impegno politico è speso in questo senso tentando di proporre soluzioni che stimolano, invece, la creazione di aggressori e pericoli ad hoc, senza distinguere, e forse senza volere riconoscere, le principali cause di questi abusi. E ben sappiamo come una lettura distorta dello realtà non solo lasci campo libero a mistificazioni e a false interpretazioni, ma soprattutto come non si possa partire da questi assunti per elaborare una strategia che realmente possa evolvere la mentalità comune rispetto a queste questioni. Ogni anno ricorda l'Istat ci sono 74 mila di stupri tra tentati e consumati, oltre 200 al giorno. Nel 67,4% dei casi si tratta di violenza ripetuta, soprattutto in famiglia. Il 91,1% della violenza sessuale è ripetuta. Ciò significa che ci troviamo di fronte ad uno scenario dove le donne sono vittime all’interno delle loro case, vivono con i loro aggressori e sono avvezze ai loro continui soprusi. L'estraneo è autore del 6% degli stupri e i dati smentiscono lo stereotipo secondo il quale la violenza alle donne è un fenomeno che avviene per strada. E quando la violenza avviene al di fuori del nucleo familiare, i responsabili sono comunque parenti, amici, colleghi, datori di lavoro. Le vittime di violenza domestica non ne parlano con nessuno in almeno un terzo dei casi, e solo il 4,9% cerca l'aiuto di forze di polizia, avvocati o magistrati: appena il 7,3% delle vittime ha denunciato le

violenze subite dal partner, tasso che scende ulteriormente fino al 3,4% negli ultimi 12 mesi.

Ha fatto sì notizia la manifestazione di sabato 24 novembre. Ha fatto tornare in mente tante lotte e conquiste ottenute dal movimento femminista, ma valide solo sulla carta. Ma soprattutto ha reso evidente il fatto che molta strada si deve fare in questo senso e che, probabilmente, su qualcosa di strutturale bisogna intervenire per poter cambiare davvero i numeri della violenza femminile e domestica in Italia.

Una violenza in nome dell'antiviolenza quella di sabato, in cui per prime le manifestanti hanno preferito trincerarsi in nome della propria diversità, anziché tentare di aprire una nuova strada, re-impostando un dialogo con la società e soprattutto gli uomini. Continuare a non coinvolgerli equivale a mantenere la volontà di farli rimanere estranei alla faccenda, credendoli incapaci di comprendere la problematica e di essere anche loro per primi soggetti attivi di cambiamento. Ma che senso può avere tutto questo oggi? Non sarebbe, invece, auspicabile porre le basi per un percorso di dialogo e di revisione del modo di combattere questi problemi? Le donne hanno ben chiaro quello che avviene, ce l'hanno davanti agli occhi tutti i giorni. Non crediamo che una manifestazione ed un movimento che esclude a priori, solo per la loro appartenenza biologica all'altro genere, gli uomini possa essere veramente incisivo. Avremmo preferito vedere tanti uomini in piazza sabato, questo sì sarebbe stato un segnale forte di comprensione del problema e di voglia di rinnovamento. Lasciamoci con la speranza che un giorno siano loro stessi a lanciare una manifestazione in favore delle donne, senza aspettare ipocriti mazzi di mimose l'8 marzo e i fiori per la festa della mamma.

FuXiaBlock

FUXIA MAGAZINE 2007




In uscita in rigorosa incostanza temporale
il nuovo numero di "Fuxia Magazine".
All'interno interviste e articoli su
Laicità, Governo dei corpi e Autodeterminazione.
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