domenica 27 gennaio 2008

GALAN, ZANONATO E MILANESI FATE UN PASSO INDIETRO

La notizia dell’invito del papa all’università di Padova per l’inaugurazione del prossimo anno accademico da parte del governatore Galan e del sindaco Zanonato ci giunge come l’ennesima provocazione all’intelligenza e al buon senso.Avevamo appena iniziato a festeggiare per la saggia e giusta scelta del pontefice di non presentarsi oggi alla Sapienza, quando siamo venuti a sapere della puntualissima boutade dei due illuminati condottieri.

I nostri amministratori sono sempre molto zelanti nel voler dimostrare di essere pronti a chinarsi di fronte agli scranni del potere ecclesiastico, e in questo caso lo fanno cercando di ripulire l’istituzione universitaria dallo smacco di non essere riusciti a zittire il democratico dissenso e la vittoria di buona parte delle intelligenze laiche che, con fatica, fanno ancora vivere gli atenei italiani, nonostante tutto.

La visita del papa a Padova, così come è stato a Roma, non è ben accetta. Non lo è perché il papa rappresenta una delle posizioni più oscurantiste e antistoriche della chiesa; perché guida le ingerenze di un’istituzione religiosa nella vita civile di una democrazia, interferendo sulla nostra libertà di scelta, sui nostri corpi, sulla nostra sessualità. Sembra che i nostri amministratori non si rendano conto che c’è un abisso tra la vita reale e ciò che rappresenta il pontefice.

Ci auguriamo facciano la scelta giusta: un passo indietro.

Un passo indietro sull’entrata del Movimento per la Vita nei consultori, sulla modifica alla 194, sui finanziamenti alle scuole dei preti, sull’omofobia e l’intolleranza di cui Ratzinger si fa fiero portavoce e che sempre più spesso danno spazio a espressioni neofasciste su cui nessuno dei governanti ha mai niente da dire.

Altrimenti saremo costretti, di nuovo, con la massima determinazione, a difendere l’autonomia delle università pubbliche. Saremo costretti a vedere ancora una volta il palazzo del Bo’ blindato dalla celere su loro ordine per impedire agli studenti di entrare ed esprimere il loro legittimo dissenso. Saremo costretti a vedere di nuovo la violenza poliziesca provare a censurare la libertà di parola e di espressione, mentre i suoi fautori se ne riempiono la bocca avida e fetida, come ormai da anni siamo abituati a vedere nella stessa città di Galileo.

Quante volte ancora la ragione, il sapere critico, la libertà e l’autodeterminazione dovranno essere difese dall’arroganza e dalla violenza dei poteri forti e delle loro leggi?

Ribadiamo ancora una volta che l’università deve essere un luogo in cui siano forniti gli strumenti per poter capire e trasformare il nostro presente e non un luogo in cui clericali o imprenditori vari (vedi la Consulta del Territorio istituita dal nuovo Statuto d’Ateneo) possano professare la loro fede.

“E pur ci muoveremo…”

UNIRIOT PADOVA

COLLETTIVO SCIENZE POLITICHE

FUXIA BLOCK

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